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Ok, lo ammetto, il titolo è esagerato. Diciamo che sfiora il clickbait va’, diciamolo proprio!

Scusate, è solo che da alcuni giorni mi passan davanti su facebook post di gente che se la piglia con Steve McCurry. Dicono che fa foto banali, ridicole, stereotipate. Mi fa strano, così, tutto di colpo.

Poi ho capito come mai, penso sia colpa dell’articolo di cui si parla qui. Se non avete voglia di andarlo a leggere, sappiate che Teju Cole, sul New York Times Magazine, ha scritto una cosa inimmaginabile: secondo lui Steve McCurry sarebbe un fotografo noioso, banale, che da della realtà che fotografa sempre la stessa idea, banale e stereotipata.

Come la penso io sul buon Steve lo potete leggere qua, in un articolo pubblicato su questo nonblog ad agosto 2014, in tempi non sospetti.

Cioè, per stringere, Teju Cole mi pare dica una cosa ovvia, banale addirittura. Per quel che mi riguarda Steve McCurry fa foto splendide ed insignificanti. E questo è tutto.

Ora però basta: queste torme di fotoamatori delusi, molti dei quali fino a ieri avevano come massimo sogno di far foto come Steve McCurry mentre oggi, sdoganato il concetto che Steve McCurry è un imbroglione millantatore banale e tedioso, saltano qua e la’ attorno al suo cadavere come scimmie impazzite che dopo anni di soggezione verso il capo impazziscono per la gioia quando qualcun altro si prende la briga di abbatterlo, mi sembrano uno spettacolo indecoroso.

Al punto che mi permetto di ricordare a tutti che Steve McCurry fa sì foto “banali”, “stereotipate”, “finte” nel senso che spesso sceglie luce, sfondo e DOPO ci porta il soggetto e lo fotografa… ma è bravissimo, è un professionista con una capacità impressionante di ottenere risultati costanti e di altissimo livello. Se mi dicessero che con 20.000 euro mi applicano un chip che mi rende in grado di far foto così, a comando, domani vado in banca a vedere se mi possono accendere un mutuo (la risposta è “no”, ovviamente).

Il fatto che ultimamente abbia raggiunto una certa (età) e probabilmente non abbia più voglia di sbattersi troppo in giro per il mondo e quindi finisca per accettare lavori dal risultato un po’… beh… diciamo deludente… non vuol dire che si sia autorizzati a prenderlo a mazzate e sbeffeggiarlo (vedere per credere il lavoro per Lavazza e, come massimo esempio di come si possa banalizzare quel che si racconta, il lavoro sull’Italia)