Ed ecco un’altra delle classiche domandone che si sentono su forum o ai corsi: ma il bianco e nero è più facile del colore? O anche “Questa foto viene meglio in bianco e nero o a colori?”.

Allora… di solito la risposta scandalizzata che il fotografo DEVE dare, e in fin dei conti anche quella che io stesso do, è questa: “Le foto in bianco e nero NON sono foto a colori convertite in bianco e nero. Le foto in bianco e nero vanno PENSATE in bianco e nero”.

E questo è quanto.

È anche giusta, oltretutto. Premetto che io adoro il bianco e nero. Per anni ho fotografato solo in bianco e nero. Addirittura offro un servizio fotografico che è SOLO bianco e nero: questo qua.

Però è sotto gli occhi di tutti che in fin dei conti, col digitale, una foto in bianco e nero non è altro che una foto scattata a colori e poi convertita, no? Uhm… però però è anche vero che ci sono foto che una volta convertite in BN vengono meglio di altre. Saranno quelle in cui si è pensato fin dall’inizio in bianco e nero?

Credo che la verità stia nel mezzo. La fotografia è prima di tutto un modo per scrivere, ho notato che se la si paragona alla letteratura un sacco di problemi trovano una soluzione istantanea. Ad esempio il bianco e nero per me è un modo di raccontare le cose più asciutto, diretto, più ricco di contrasti, più focalizzato al soggetto, alla storia. Per me il bianco è nero è Hemingway, il colore Dan Brown, dovessi fare un paragone al volo.

“Il bianco e nero è la radiografia della realtà”.

Ovviamente sono di parte, perché io adoro il bianco e nero, anche se negli ultimi anni ho cominciato ad apprezzare sempre di più un uso “astuto” del colore, e tutto questo è partito dall’osservazione un po’ meno superficiale delle foto di Steve McCurry, finito lo scorso anno in modo tragicomico quando trovai l’errore di photoshop nella mostra alla Venaria di Torino. Ma questa è un’altra storia.

Per quel che mi riguarda il bianco e nero è più adatto a raccontare storie, è maggiormente evocativo ed aiuta ad astrarre il racconto dalla realtà diretta che lo genera, rendendolo maggiormente rappresentativo di un’idea, una tesi, piuttosto che la semplice riproduzione di quel che è accaduto quel tale giorno davanti al nostro obiettivo.

Però l’altro giorno mi sono imbattuto per caso in un filmato sul Leica Talent Italia del 2012, e ad un certo punto una delle concorrenti (Serena Faraldo) ha detto con molta semplicità una cosa enorme, secondo me molto vera, e che forse contiene la spiegazione di tutto (parlava del perché ha deciso di usare il colore per la sua partecipazione al talent, minuto 17):

“…la scelta del colore… perché mi sembrava il modo giusto per raccontare questa realtà… in realtà non volevo facilitarmi troppo la vita, perché a volte il bianco e nero tende… non lo so… la predisposizione di chi guarda il bianco e nero è già buona, perché il bianco e nero è già bello di per sè…”

Ecco.