Dopo tanto parlare su McCurry ed il suo palo, finalmente è tornata la calma.

Come ho già spiegato altrove, pochi giorni dopo la scoppio della bomba mediatica successiva al mio post del 23 aprile scorso, mi inviarono due foto “presunte” McCurry pre e post produzione.

Non le pubblicai, perché già era successo un casino col mio primo post, figuriamoci se avessi pubblicato pure queste altre due. Nel frattempo arrivò anche altro materiale, altre cose “dubbie” che mi sottoponevano. Ma quelle prime due, lo ammetto, un po’ mi avevano scosso: nonostante non mi faccia alcuna impressione l’uso di photoshop, al limite mi colpisce se usato male a questi livelli, ho sempre sostenuto che una particolarità di McCurry che lo rende grande è il fatto di saper comunque ottenere scatti molte ben composti anche in situazioni che di ordine hanno poco, come spesso capita nei Paesi dove lavora.

Quelle due foto, però, minavano proprio questa mia convinzione.

Comunque chi me le aveva fatte avere, o meglio chi le aveva inviate per primo alla persona che me le fece avere, evidentemente ci teneva molto che uscissero: infatti un paio di settimane dopo, in una sola mattina, sono uscite su 7/8 siti in posti e lingue diverse del mondo, riaccendendo le polemiche (me ne sono accorto perché ricevo i pingback degli articoli che mi citano).

Ma ora, dicevo, la buriana è passata, e con quelle foto, che siano o meno di McCurry, possiamo fare un ragionamento che non mi pare sia stato fatto su nessun sito: possiamo approfittare dell’occasione unica, facendo finta che siano davvero di McCurry, di vedere come ragiona un fotografo a quel livello, cosa decide di cambiare in una scena per renderla più conforme a quello che desidera. Non è una cosa da poco, no?

Prima coppia: la seconda foto è di McCurry, la si trova qua… beh non c’è più sul suo sito… possibile? Va beh, non fa nulla, è comunque sua visto che ce l’ho su un suo libro.

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Guardate le differenze, al di la’ del colore. In pratica la scena è stata ripulita, per avvicinarsi a quel che avrebbe fatto il fotografo se avesse potuto e non avesse dovuto scattare al volo mentre il rickshaw gli passava davanti.

La base del ragionamento è chiara: togliere gli elementi di disturbo. Il soggetto sono le tre persone, due pessaggeri e il guidatore, del rickshaw. Il resto è sfondo e sfondo deve restare. Altre persone o elementi chiari possono distrarre. Notate quindi:

  1. Tolto tendone chiaro in alto a sinistra e relativo tirante che lo legava a terra
  2. Tolto secondo rickshaw dietro il primo, si vedeva appena ma distraeva, un elemento inutile.
  3. Tolte 2 passeggeri! Uno sorridente forse non andava bene per la scena, ed un secondo che si vede appena dietro, inutilmente distraente
  4. Tolto un fagotto di roba rosa dietro il secondo rickshaw sullo sfondo, a sinistra.
  5. C’era un bambino appoggiato al negozio dietro, quello con la maglietta rossa: assolutamente da evitare un viso sullo sfondo, per quanto non riconoscibile, tolto con un espediente interessante: continuato il muricciolo clonandolo sulle gambe, tolto il volto! In questo modo resta una macchietta rossa la’ dietro, senza significato
  6. Tolto il palo sulla destra (ah, ‘sti pali…! 🙂 )
  7. Tolte della cartacce bianche o altro materiale ai piedi del bambino in rosso.
  8. Tolto un fagotto bianco che era subito alla destra del palo.
  9. Tolto il carretto con panno bianco e verdura (?) sopra all’estrema destra.
  10. La persona che sta davanti alla bancarella sulla destra è troppo visibile in quanto vestita di bianco: si dipingono letteralmente color fango i suoi vestiti, in questo modo viene molto depotenziata

Fantastico, no? Non trovate che ci sia molto da imparare, a livello di efficacia di composizione?

In confronto, l’intervento su questa coppia di foto è risibile (ricordatevi sempre che non sappiamo, come nel primo caso, di chi siano: le due ipotesi più in voga sono una ragazza di una favela che cucina per la famiglia, oppure la nipote della sorella di mia cognata fotografata alla festa di compleanno di mio nipote, scegliete voi l’ipotesi più probabile):

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Qui gli interventi sono minori:

  1. Tagliata via una parte distraente a sinistra
  2. Tolta la “cosa” bianca a destra (notate che è stata comunque lasciata l’ombra: vien da fare una considerazione interessante. Quando si interviene in PS, è meglio non toccare più dell’indispensabile. Ogni ritocco aggiuntivo può essere fonte di errore. Quell’ombra, se non si è vista la prima foto, può esserci benissimo senza problemi, non ha bisogno di giustificazioni: meglio quindi lasciarla piuttosto che inventarsi perigliosi timbri cloni, che poi passa l’utente Nitroglicerina e ti becca! 🙂 )
  3. Per il resto solo colore, occhi resi più limpidi e poco più. Mi pare, ed è interessante da notare, che il blu della parete di legno alle spalle della bimba sia stato volutamente “spostato” di colore, in modo da avvicinarsi di più al colore complementare della maglia (un’altra cosa che spesso si trova nelle foto di McCurry, le coppie di colori complementari o giù di lì)