Premessa: non lo so.

Giuro.

Non lo sa nessuno. Cioè, non esiste  una definizione ufficiale, ecco.

Perché la street photography è come l’amore: tutti sanno cos’è, tutti lo sanno riconoscere (più o meno e salvo cantonate), ma se poi proprio devi darne una definizione precisa ci passi le notti a discutere fuori dal bar, dopo l’orario di chiusura.

Perché come tutte le cose che “ci sono” e non sono state create dal nulla, ha confini nebulosi, chiari se visti da lontano, ma indefiniti man mano che ci si avvicina e si cerca di chiarirli, di fermarli.

Wikipedia dice questo, per esempio:

 

Che francamente mi potrebbe andare bene, anche se però… però…

Ci ho pensato a lungo, e un paio di anni fa mi è venuta in mente una definizione che secondo me, come definizione di lavoro, funziona bene. E soprattutto che non mi è mai capitato di sentirla prima (un’idea originale su una cosa così discussa? Davvero? Mia? Ma dai…).

Da allora l’ho adottata e la uso come bussola per capire cosa è street e cosa no, per testarla e vedere se funziona. Secondo me, funziona! Ovvio, resta un po’ nebulosa, però almeno cambia un po’ il punto di vista. Ve la regalo, ditemi cosa ne pensate.

Parte da alcune considerazioni che mi paiono quantomeno non-sbagliate per definire la mia idea di fotografia street:

  1. Ci sono le persone
  2. La foto è candid, non posata, fatta al volo, improvvisata
  3. Il contesto NON è necessariamente urbano, molte foto di street sono in spiaggia ad esempio
  4. Sono foto singole, ognuna parla per sé anche se magari fan parte di un progetto
  5. Spesso c’è ironia
  6. NON ci vedo analisi sociale reale, profonda, se non come conseguenza secondaria. Forse se ne potrà fare un’analisi a posteriori, anni dopo, da parte di altri che studieranno un certo periodo della società.
  7. C’è molta, molta, maestria compositiva

Detto questo, vi confesso che molte volte per capire “le cose” finisco per paragonarle alla fotografia. E per capire la fotografia la paragono alla scrittura. Ho notato che spesso questo risolve.

Infatti la fotografia è scrittura (giuro, non sto per scrivere la solita roba su foto-grafia, ok?). Quindi bene o male ogni foto in qualche modo è paragonabile a qualcosa di scritto. Il reportage al… reportage. Un progetto fotografico complesso può essere paragonato alla scrittura di un libro, uno più semplice ad un racconto, la fotina delle vacanze può essere come il bigliettino in un bacio perugina, i primi esperimenti di composizione quando si muovono i primi passi sono come i “pensierini” delle elementari e così via…

Applicando questa teoria mi basta trovare a quale genere di scrittura assomiglia la street (secondo me) per avere un bel bussolone a guidarmi. E quindi io dico e propongo che:

“La street photography è il gioco di parole arguto”.

Che ne dite?

In sostanza la fotografia di street per me è quel che fa il fotografo spesso bravo o bravissimo in altro genere, magari anche molto tecnico, quando si diverte. É uno scherzo, ma serissimo. É un “divertissement” fotografico, una pausa giocosa ma precisa, è l’uso istintivo di maestria fotografica applicata a situazioni in cui non si può controllare quasi nulla, spesso per divertirsi e per mostrare la propria bravura nel raccontare in ogni frangente quel che si vede.

Se preferite, la street photography è l’improvvisazione jazz dei fotografi: grande tecnica applicata ad un momento creativo libero e volutamente sopra le righe.

Non mi intendo affatto di musica, ma per dire che improvvisare è tutto fuorché una roba fatta a casaccio metto un link pescato a caso (questo sì) che secondo me da bene l’idea della cosa: l’improvvisazione Jazz

Vi lascio anche un link di un gruppo flickr che ho sempre molto amato, dove ci sono un sacco di cose, alcune di una bellezza spiazzante

Se avete definizioni alternative, lasciatele qua sotto!

Paolo