“Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore”. Come mai spesso ho l’impressione che questa frase, in modo molto Zen, sia una simpatica presa per i fondelli?

Henri Cartier-Bresson, autoritratto

Henri Cartier-Bresson, autoritratto

Questa è una frase molto amata da torme di fotoamatori, al punto da trarre in inganno.
Può sembrare una considerazione antipatica, ma non lo è. Mi spiego meglio.
Avete presente quando chiedete ad un fotografo che macchina abbia usato per fare certe foto, che obiettivo, che tempi, che diaframmi? Solitamente la risposta sarà che la macchina non conta nulla, i tempi poco o nulla, i diaframmi un po’ di più, ok, ma non è lì che va cercato il segreto di una fotografia.

Di solito nessuno chiede al fotografo, vedendo una foto, “Cosa hai studiato nella vita, che formazione hai avuto, che esperienze?”, “Quali mostre ti hanno colpito maggiormente?”, “A che fotografi ti ispiri e chi ammiri?”… Ecco, questo non si fa, perché non pare legato alle foto, ma più alla vita personale del fotografo.

Eppure la formazione del fotografo sarà ben importante per le foto che fa, no?

Analogo discorso legato alla conoscenza del tema trattato, al tempo impiegato girovagando e studiando la situazione, cercando magari i momenti migliori, la luce migliore, fotografando tante volte e in tante occasioni e momenti… per poi selezionare a volte una sola foto.

Tutte queste cose sono importanti.

Ecco quel che intendo dire: Henri Cartier-Bresson, persona per quel che ne so simpatica, intelligente, anche modesta, ci ha voluto regalare una possibilità. Davvero: avrebbe potuto dire “Per fare foto come le mie, occorre avere una visione geniale ed istantanea della composizione, oltre a tutto quanto il resto…. cultura, tempo, dedizione e magari anche una buona macchina”.
Ma forse lui, pensando di fare un favore a tutti i fotografi del mondo o forse anche solo per modestia, ha detto quella frase ormai famosa, citando mente, occhi e cuore.
Beh, che dire? Gli occhi li hanno tutti, la mente pure, il cuore a chi lo si nega?
E da allora migliaia e poi milioni di fotoamatori hanno seriamente pensato che Bresson volesse dire che fotografare è facilissimo, non si fa fatica, non ci vuole studio, non occorre prepararsi. Basta allineare.

In pratica, nella vulgata per le menti più semplici, basta una botta di culo e il dito veloce.

In questo, forse, non ci ha fatto un gran favore.