Più di un mese fa ho deciso di provare a prendere in considerazione l’idea di passare da Canon FF a Fuji X, per lavoro. Cioè, non affiancare le due macchina, ma proprio abbandonare il sistema grande per passare a quello piccolo. Ho letto tutto il leggibile, e poi ho deciso che se non avessi provato non avrei mai capito. Così ho comprato una Fujifilm X-E2 (ora c’è solo più il modello nuovo, la S) con l’obiettivo in kit, il 18-55 f2.8-4 che tutti dicono meraviglioso. Visto che l’argomento interessa moltissimi, a me interessava ad esempio, ho deciso che avrei descritto nel modo più onesto possibile la mia esperienza, con pro e contro. E c’ho provato, lo giuro, ma non avendo molto tempo ho scritto molto meno di quel che pensavo di fare. Comunque, finalmente, due settimane fa ho fatto il mio primo matrimonio anche-con-fuji. E ora ve lo racconto!

Intanto le puntate precedenti, se ve le siete perse:

1. Dove spiego a tutti, e anche a me stesso, le premesse dell’operazione

2. Dove sembra tutto bello e poi tutto brutto

3. Dove proviamo un attimo a ragionare con calma e insomma va beh…

4. Dove incontro quel che ho battezzato non-autofocus-system di Fuji

Ed eccoci, finalmente, alla quinta puntata… Finalmente quella che reputo (avo) la Prova Finale: un matrimonio!

 

Alcune cose che ho capito sulle Fuji ed i loro fanboys

Cominciamo a farci dei nemici! 🙂

Allora, vorrei dire alcune cose che, quando le dico in privato ad altri che hanno fuji di solito son d’accordo, ma che di solito in pubblico, dette a chi ama Fuji, non piaciono molto.

Tenetevi forte, non partite con dei preconcetti, ok? Leggete con calma, anche se vi siete innamorati di Fuji come della vostra prima ragazza e siete pronti a rompere il naso a chiunque ne parli male. Fidatevi, come nel caso della ragazza, la troppa foga nel difendere qualcosa o qualcuno di solito è indice di dubbi ed insicurezze, non di certezze. Le certezze, le cose conosciute e provate, non generano reazioni molto forti se qualcuno sostiene tesi diverse. Se partiamo da questa idea, possiamo parlare liberamente di ‘ste cavolo di Fuji X? Ok? Grazie! 🙂

Premetto che anche io sono rimasto ammaliato da una roba semplice: la Fuji sembra una Leica. Chiaro, no? Lo sanno anche quelli del marketing Fuji, credo. E c’è tanta voglia, in giro, di tornare alla vecchia sana fotografia di una volta, quando non c’erano tante menate tecnologiche, ma solo ghiere, tempi, diaframmi e corpi piccini con ottiche eccellenti.

Il fotografo di mezza età (fotografica, mentale, reale) amerebbe tanto fare quello che tutti amerebbero: mollare tutto, cambiare vita, cambiare Paese, cambiare prospettiva. Ma si accontenterebbe anche di cambiare corredo, cosa certo meno traumatica. E cambiare per cambiare, perché non passare a Leica? Peché costa troppo. E poi ha l’autofocus lento, no? (ci devo mettere una faccina o si capisce?). Insomma, c’è Fuji. Costa abbastanza da sentirsi dei fighi se la compri, ma abbastanza poco da costare, pensandoci bene, meno di un corredo Canon con obiettivi serie L. In più sembra davvero una Leica…

Intendiamoci: della Leica non ha NULLA. Anzi, è quasi l’opposto (poi spiegherò perché dico “quasi”): dove Leica si fa forza del fatto di essere un antico mattone di ferro, dove non c’è neppure una cerniera per aprire il portello della batteria ma un “fondello” che si stacca completamente e si chiude ad incastro con un mezzo giro di vite, dove Leica ha un mirino in cui non ci sono quasi indicazioni, in cui l’esposimetro (nella m8) mi dice con un pallino rosso su/giù e BASTA, come le reflex di 30 anni fa, dove Leica ha un sistema di messa a fuoco antico come le prime flotte navali moderne e lento come loro… insomma dove Leica ha tutto questo, Fuji ha un concentrato fenomenale di tecnologia.

Questo a che differenza porta? Beh, è chiaro, la differenza è proprio alla base: Leica E’ la fotografia senza fronzoli. Una Leica di solito NON si rompe perché non c’è quasi nulla che possa rompersi. Fotografia senza fronzoli, e macchina fotografica senza fronzoli. Poi che sia anche una macchina con costi allucinanti e forse immotivati è innegabile, ma questo è marketing.

Invece chi dice che Fuji è “Fotografia senza fronzoli” si inganna: le Fuji X non hanno nemmeno un mirino attraverso cui guardare se ti finisce la batteria! Pensateci, sono la roba più lontana esistente dalla fotografia tradizionale, a ben vedere. Ma sono mascherate benissimo! Lo dico anche io: quelle ghiere sono fantastiche, quegli obiettivi “de fero” in epoca di roba in fibra di carbonio sono una gioia! E poi vanno benissime, eh?, intendiamoci!

Dicevo però che sono “quasi” l’opposto. Peché dico quasi? Perché secondo me all’inizio Leica era proprio un po’ come Fuji: era una macchina più piccola, maneggevole, tecnologica di quelle che si usavano allora (ovvero medio formato con pellicola 120 o 220, quindi 6×4.5, 6×6, 6×7, 6×9 e così via). Pensateci: uno andava in guerra con una macchina a soffietto… e 12 scatti a disposizione. Con la Leica e il suo nuovo formato di pellicola, il 135 ovvero 24×36 ovvero “formato Leica” (che prima non esisteva, ok? L’ha inventato la Leitz) invece avevi una macchina piccola, molto robusta (non aveva un soffietto, non era una biottica grossa ed ingombrante, non era un cubo hasselblad) con una profondità di campo maggiore delle sorelle (se sei in guerra è meglio averne, di profondità di campo) con un rullino piccolo sì, ma da 36 pose e con l’armatura di latta attorno. Suona bene? Sì, meno qualità (ovvio, una pellicola/sensore 6 volte più piccola ha una qualità minore di una più grande) ma più maneggevolezza, minor peso, la possibilità di averla sempre con sè.

Come? Sono le stesse cose che si dicono oggi per la Fuji X? Eh già, proprio così.

Per questo, dicevo, la Fuji e la Leica non sono simili, ma in fin dei conti lo sono. E’ la filosofia iniziale ad essere simile. La Leitz, prima di diventare simbolo di conservazione dei valori della fotografia storica, in realtà era un’innovatrice. E probabilmente ai tempi si saranno consumate discussioni infinite su quanto fosse da scemi andare in giro con macchine a soffietto, o viceversa sulla perdita di qualità ad usare la pellicola 35mm, con la quale, si diceva ancora quando ero giovane nei manuali di fotografia, stampavi se va bene fino al 20x30cm.

Ok, perché ho premesso tutte queste cose? Intanto, per il puro gusto di far incazzare i Fuji Fanboys più accaniti! 🙂

A me interessava valutare un sistema per lavorare, non una roba per andare in giro a fare finta di essere HCB redivivo, per quello ho già dato, grazie. Quindi ho preso la X-e2 e l’ho confrontata senza tanta pietà con la mia MKII col 24-105L. Ok, la x-e2 ha il 18-55 kit, di cui tutti parlano bene, mentre l’altro obiettivo è un serie L che da solo costa come la x-e2 e l’obiettivo kit insieme. Ok, teniamone conto. Ma non sono per il pietismo.

L’ho provata per benino, in tante situazioni. Sono stato altalenante, bella, brutta, eccezionale, pessima… ho fatto delle considerazioni generali (bella la sensazione di prendere una macchina piccola così per andare a fare un lavoro e pensare “è tutto quel che mi serve”) ma ho anche confrontato i risultati al pixel. Non mi sono fidato di chi scriveva “la pulizia dei files Fuji la reflex se la sogna”, ma sono andato a confrontare.

Vi riepilogo brevemente alcune conclusioni a cui sono arrivato – personali ovviamente, poi passiamo all’uso vero, in un matrimonio.

1. La pulizia dei files: non ho capito cosa sarebbe. A me sembrano molto simili

2. La resa agli alti ISO: anche questa mi sfugge… se apro i RAF sono in tutto simili ai RAW della 5dMKII. Se apro i jpg della fuji così come li crea la macchina, è ovvio che siano più “puliti”. Però sono anche più spianati, eh! Se applico una riduzione rumore analoga su RAW di canon, diventano simili o magari pure meglio. Ok, non mi venite a dire che “ehi, ma è un’APS-C!”, lo so benissimo anche io, è che fino a ieri tutti mi dicevano che era MEGLIO di una FF, non che era simile ma “abbi pietà, considera che è un’APS-C”

3. Lighroom non processa bene i .RAFVero, però lavorandoci un po’ attorno, con lightroom 6, alla fine ho ottenuto un preset semplice semplice che mi rende il raf, fin dall’inizio, molto simile al jpg classic chrome, solo più dettagliato. Quindi se parto da lì (lo trovate in altro articolo qua nei dintorni, ve lo regalo volentieri) sono in vantaggio rispetto al jpg in macchina (i Provia, Velvia etc alla lunga non mi hanno soddisfatto per un uso generico – con generico intendo dire che vorrei fotografarci tutto, senza dover settare la simulazione a seconda del soggetto. Lascio queste cose a quelli che per fare foto alle donnine col cappello mettono, sulle reflex, il programma “donnina col cappello” e così via)

4. La batteria dura poco: Questa cosa non si legge molto in giro, cioè si legge, è ovvio, ma non scritta con lo sdegno con cui colpisce me! Sono l’unico al mondo che pensa che una batteria che fa da 2 a 300 scatti e muore di colpo, senza quasi avvertire se non 20 foto prima della fine, sia indecente su una macchina che costa un botto e che aspira al professionale?

5. Il mirino: Il mirino EVF, gioia e dolore del fujista. Anche qui si legge qualcosa, ma sembra un po’ una cosa che si tende a far finta di non vedere… eh… l’amore! :). Il mirino EVF, appena c’è un po’ di sole, E’ INDECENTE. Ecco, l’ho detto. Ma dai, su, cavoli! Se fotografi sul sagrato della chiesa, al sole, praticamente l’immagine che ci vedi dentro ti permette appena di “indovinare” quel che “forse” stai fotografando.
La gioia? Beh, se non sei in troppa luce… è BELLISSIMO! Anche troppo, diciamolo pure… le foto viste lì dentro son tutte belle, poi nella realtà dei fatti sono meno luminose, nitide, brillanti… spesso. Però è forse questa la caratteristica che fa dimenticare la penosa figura che l’EVF fa all’aperto, il fatto che in interni ti permette di ottenere risultati rocamboleschi con una facilità stupefacente.

Ok, fino a questo punto c’era il filtro anti-fanboys-fuji. In teoria chi è innamorato della Fuji e non vuol sentire nessuna parola che la possa mettere in discussione dovrebbe aver già pensato “questo è scemo!” ed aver abbandonato la lettura. Bene, questo volevo. Il mio è un confronto reale, un tentativo di capire se nella realtà dei fatti, per me la Fuji va bene. Non mi interessa chi ha già la sua idea preconcetta e cerca solo conferme pro o contro. Io non l’avevo, e cercavo esperienze reali di altri.

Andiamo avanti.

 

Un matrimonio con Fuji, anzi due

Com’è andata? chiederete voi.

Mi sono preparato… intanto avevo, in prestito, una seconda X-e2. Quindi due macchine uguali, il 18-55 f 2.8-4 in kit ed un 27 f2.8 in prestito da un amico. Il 27 è un 40mm equivalente, ed è tra i vari obiettivi uno dei più economici.

Poi avevo due 5d FF, con un 50 f1.4, un 17-40 f4 L, un 24-105 f4 L e un 70-200 f2.8 L.

Insomma, per provare un corredo leggero, ero pesantissimo!

Oltre a tutto questo, mi sono portato un secondo fotografo anche lui equipaggiato con FF, col preciso compito: fotografa come se fossi da solo… copri TUTTO.

A questo punto ero abbastanza certo di poter provare le Fuji senza troppi problemi e preoccupazioni. La mia idea era di scattare principalmente con Canon, e poi anche con Fuji.

Quando sono arrivato a casa della sposa pensavo di essere in anticipo, ma in realtà la sposa si stava già preparando. Così son dovuto partire subito, e la macchina più a portata di mano… beh… era la Fuji. Alla fine quasi tutte le foto della preparazione sono state scattate con Fuji.

L’AF aggancia. Non è un fulmine, nient’affatto, ma aggancia. Non ci si può fare la foto al padre che fa capolino un attimo dalla porta, semplicemente girandosi verso di lui e scattando. O meglio, ci si può provare, ma probabilmente quello sarà già sparito. Bisogna abituarsi a questa cosa, è un po’ come tirar di boxe sott’acqua, se rendo l’idea.

L’EVF invece consente meraviglie nella gestione di situazioni “difficili”, ad esempio in controluce. Ora è più difficile sbagliare. Una volta in situazioni difficoltose tendevo ad andare in manuale, esposimetro spot e esporre usando una versione semplificata del Sistema Zonale. Ora tutto questo è, nella pratica, superato. Anche l’uso dello spot è sostanzialmente inutile. Usando l’esposimetro normale, e semplicemente ruotando la rotella della sovra e sottoesposizione (+/- 3 stop, bastanti quasi sempre) in pratica si ottiene tutto quel che serve, vedendo direttamente il risultato (quasi) giusto direttamente nel mirino.

Eccovi qualche foto della preparazione:

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Molte di queste foto sono scattate ad iso parecchio alti, infatti una cosa che trovo molto comoda della Fuji è l’autoiso, una modalità in cui uno selezione il minimo e massimo iso utilizzabile, ed il tempo di scatto preferito. Ad esempio io ho usato da 200 a 3200 iso, dicendo alla macchina di cercare di non scendere mai sotto 1/125 di secondo.

Dopo la vestizione la funzione vera e propria.

Qui, lo ammetto, ho usato molto di più la reflex, che prima in pratica non avevo usato. L’arrivo della sposa sul sagrato l’ho fotografato con la Fuji, andando ad occhio e fidandomi: infatti, ripeto, sotto il sole il mirino diventa contrastatissimo e per di più molto buio (in rapporto all’esterno) e quindi si ribalta il discorso fatto per le foto in interni, ovvero all’aperto l’EVF diventa un problema, non una risorsa.

In chiesa le foto principali sono state fatte con la reflex, dicevo, altre di contorno con la x-e2. La chiesa non era molto buia, e comunque la x-e2 si è comportata bene. Si perdono delle foto per via dell’AF, ma altre volte se ne guadagnano alcune per motivi quasi casuali. La macchina in pratica è più facile da usare rispetto ad una reflex per via dell’EVF, ma è più difficile perché costringe ad una maggior attenzione, costante, a quel che accade, in modo da poter prevedere le situazione interessanti ed essere pronti a scattare quando capitano. Anzi, un attimo prima che capitino! 🙂

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Comunque, come potete vedere, anche le tipiche “foto al volo” si possono fare… (non badate agli artefatti introdotti dalla compressione JPG e dal passaggio su wordpress, in realtà le foto sono a posto).

Le foto all’aperto si possono fare, anche se per cattiveria il sole esce alto e netto proprio mentre si fotografa. L’unico problema è il fatto che non si vede molto nel mirino. Ma in realtà poi, quando si aprono le foto in lightroom, si vede che sono ragionevolmente lavorabili nonostante abbiano gli ovvi problemi dovuti all’estremo contrasto. Anzi, la mia sensazione è che le luci siano maggiormente recuperabili con Fuji rispetto a Canon:

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Per il resto della giornata, sdoganate le Fuji, ho praticamente fotografato solo più con queste.

Ho fatto foto agli invitati, ritratti agli sposi (pochi, ma io ne faccio pochi sempre) e le solite foto che si possono fare ad un ricevimento di nozze. Al di la’ della lentezza AF, le fuji hanno funzionato bene. Qualche foto la perdi, altre ne trovi. Non essendo in pratica mai momenti “unici e irripetibili”, non è così grave se la tal foto non è venuta perché l’AF non ha risposto velocemente. In cambio di quella, magari un’altra è venuta meglio perchè l’EVF ti ha permesso di gestire meglio la luce.

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Conclusioni

C’è sempre questo momento, quello in cui bisogna tirar le somme. Alla fine la cosa più imbarazzante, nell’uso pratico delle Fuji, è il fatto di aver fatto andare circa 6 batterie… Mentre con Canon ne metti una la mattina e di solito alla sera, alla fine del matrimonio, ancora hai su quella.

A parte questo, beh, mi sono convinto che la Fuji si possa usare. Non è un fulmine, ma permette sicuramente di far quello che si fa con una reflex, solo più lentamente e con un maggior margine di incertezza su certe foto. In cambio, ti permette di avere l’EVF e quindi un controllo decisamente più creativo nelle condizioni di luce più particolari, ed una comodità d’uso che, francamente, rende felici. E non è poco, essere felici, no? 🙂

Mi ha convinto la Fuji, insomma? Beh, diciamo che dopo aver visto queste foto, ho ordinato il Fujinon XF 23 mm F1.4 (obiettivo a detta di tutti in-cre-di-bi-le), e poi un obiettivo che aveva eccitato la mia fantasia fin dall’inizio, anche se pensavo che non mi sarebbe realmente “servito”, il 56 1.2 (e quindi pensavo che era un po’ uno spreco di soldi… quanto mi sbagliavo!). Ed un secondo corpo. Ed ho venduto una delle 5d, la MK2 ed un paio di obiettivi.

Ah, poi ho fatto un altro matrimonio, questa volta solo in comune e solo la prima parte, proponendomi ad un amico come secondo fotografo, al solo scopo di provare a vedere, senza la responsabilità di un lavoro vero, se con una sola fuji (l’altra avevo dovuto restituirla) e il solo 23 + il 56 ne uscivo vivo.

Questa seconda esperienza è stata più spiazzante: mi sono trovato abbastanza male. Dopo quasi dieci anni di zoom, tornare di colpo ad aver solo due fissi, per di più su un solo corpo, mi ha reso le cose parecchio difficili. Mi pareva di aver sempre la focale sbagliata nel momento giusto, o viceversa. E’ vero che una decina d’anni fa, prima di passare al digitale, usavo Leica R e quindi solo fissi e pure senza AF, però avevo perso l’abitudine.

Dopo aver visto i risultati di questo secondo matrimonio, la situazione si è complicata: avevo perso un discreto numero di foto che avrei voluto scattare, e in cambio ne avevo avute altre, magari le stesse perse, solo scattate un attimo dopo, interessanti e di qualità, per me, stupefacente! I due fissi in questione, il 23 e il 56, hanno una qualità davvero incredibile, e la si vede realmente tutta. Ti seguono in ogni balzana idea di controluce spericolato o altro, e ti seguono bene. Purtroppo non posso farvi vedere nessuna delle foto di questo secondo matrimonio, perché non essendo mio non ho la liberatoria, ma vi posso assicurare che, su molte meno foto scattate in totale, ne ho parecchie che secondo me sono davvero notevoli.

E quindi ci proviamo, dai!

Maledetta sia Fuji, viva Fuji!